Neurologia
Domande frequenti
Cos’è il Parkinson?
La malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa, cronica, lentamente progressiva, che coinvolge diverse funzioni motorie, vegetative, comportamentali e cognitive, con conseguenze sulla qualità di vita di chi ne soffre.
Il Parkinson è il più noto dei “disordini del movimento“. Si manifesta quando la produzione di dopamina nel cervello cala consistentemente a causa della degenerazione di neuroni in un’area chiamata “sostanza nera” (la perdita cellulare è di oltre il 60% all’esordio dei sintomi). Dal midollo al cervello cominciano a comparire anche accumuli di una proteina chiamata “alfa-sinucleina”, che secondo alcuni, potrebbe essere la responsabile della diffusione della malattia in tutto il cervello. La durata della fase preclinica (periodo di tempo che intercorre tra l’inizio della degenerazione neuronale e l’esordio dei sintomi motori) non è nota, ma alcuni studi la datano intorno a 5-10 anni.
Cos’è un ictus?
Per funzionare correttamente il cervello necessita – come ogni altro organo – di ossigeno, e l’ossigeno viene trasportato dal flusso sanguigno. L’ictus si verifica quando il flusso di sangue al cervello subisce un’improvvisa interruzione a causa dell’ostruzione di un’arteria (parliamo di ictus ischemico) o, meno frequentemente, di una sua rottura (ictus emorragico).
Cos’è l’ictus cerebrale?
L’ictus cerebrale è una patologia causata dall‘improvvisa chiusura o rottura di un vaso cerebrale e dal conseguente danno alle cellule cerebrali dovuto dalla mancanzadell’ossigeno e dei nutrimenti portati dal sangue (ischemia) o alla compressione dovuta al sangue uscito dal vaso (emorragia cerebrale).
L’ICTUS cerebrale in Italia rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, e la prima causa assoluta di disabilità. In Italia ogni anno circa 185.000 persone vengono colpite da ictus cerebrale. Di queste 150.000 sono i nuovi casi mentre 35.000 sono gli ictus che si ripetono dopo il primo episodio.
L’incidenza è proporzionale all’età della popolazione: è bassa fino a 40-45 anni, poi aumenta gradualmente dopo i 70 anni: il 75% dei casi di ictus, infatti, colpisce le persone con più di 65 anni e l’incidenza media (cioè i nuovi casi registrati ogni anno nella popolazione generale) è di circa 220 casi su 100.000 abitanti, raggiungendo valori di 280 casi nella popolazione ultraottantenne.
Cos’è la sclerosi multipla?
La sclerosi multipla è una patologia infiammatoria e degenerativa del sistema nervoso centrale caratterizzata dalla perdita di mielina, la sostanza che riveste gli assoni (le fibre nervose vere e proprie) e che è maggiormente espressa nella sostanza bianca. Può interessare più aree (da cui il nome “multipla”), coinvolgendo strutture quali il cervello, il midollo spinale e il nervo ottico. Il processo di demielinizzazione può determinare danni o perdita della mielina e la formazione di lesioni (placche) che possono evolvere da una fase infiammatoria iniziale a una fase cronica in cui assumono caratteristiche simili a cicatrici da cui deriva il termine “sclerosi“.
La sclerosi multipla insorge in ogni età della vita, ma le persone maggiormente colpite risultano essere quelle tra i 20 e i 45 anni; negli ultimi anni sono state meglio definite le forme a esordio pediatrico (<18 anni, circa il 5% del totale) e si è anche assistito a un aumento di diagnosi in età più avanzata (>55 anni). Le femmine risultano colpite in numero doppio rispetto ai maschi. La prognosi è molto variabile: più tipicamente, nelle prime fasi la malattia si presenta sotto forma di ricadute (comparsa acuta di nuovi sintomi neurologici) intervallata da fasi di remissione di diversa durata. Nei primi anni di malattia la regressione anche completa dei sintomi avviene con maggiore probabilità, ma con il passare del tempo i sintomi possono regredire in maniera incompleta o peggiorare in maniera progressiva, portando a un accumulo di disabilità (fase progressiva della malattia).